I vini

Un brindisi da intenditori

Il Friuli è conosciuto per la vocazione del territorio alla coltura della vite e per la grande tradizione vinicola, in particolare per quanto concerne i vini bianchi. In un'area suddivisa tra superfici collinari e pianeggianti, la regione Friuli Venezia Giulia ha diverse denominazioni DOCG e DOC con diverse caratteristiche e dimensioni: Collio, Colli Orientali del Friuli, Friuli Grave, Friuli Latisana, Friuli Aquileia, Friuli Isonzo e Friuli Annia sono le DOC, Colli Orientali del Friuli Picolit, Ramandolo e Rosazzo sono le DOCG.
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Vi sono presenti molti vitigni autoctoni. Tra quelli a bacca bianca, oltre al famoso Friulano (in passato conosciuto come Tocai) ricordiamo la Ribolla Gialla, la Malvasia Istriana, il Picolit e il Verduzzo Friulano. Il Pignolo, il Refosco dal Peduncolo Rosso e lo Schioppettino sono invece i principali rossi autoctoni.
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Il Friulano (ex Tocai Friulano)

Secondo Bruno Pizzul: “Se il Tocai vale come vino, continuerà a valere anche come Friulano, bisogna farsene una ragione e andare avanti”. Così si è fatto. Una querelle burocratica europea lo condannò a morte: fu così che il Tocai friulano, dopo lunga vita, morì il 31 marzo 2007. Per risorgere il primo di aprile del 2007 con il nome di Friulano. Aveva dovuto cambiare nome per un caso di omonimia con il Tokay ungherese, dal quale differisce sia per il tipo di vino (il friulano, è secco, l’altro dolce), sia per le uve che lo compongono.
Si veste con un profumo da gran signore, floreale, maschile e dalle tonalità verdeggianti. Al gusto è pieno e di forte personalità per quel suo ricordo finale di mandorla. È il bianco più amato dai friulani, lo è ancora di più oggi, con il nuovo nome. Va gustato tra gli 8° e 10° C.
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La Ribolla Gialla

Dei vitigni autoctoni è quello che vanta la traccia storica più antica (1299). Oggi dà vita a vini interpretati in maniere diverse: come bianco giovane – snello, con freschezza piacevolissima, naso delicato, immediato e fiorito che si mantiene anche al palato –, come vino ottenuto dalla macerazione sulle bucce e poi affinato in botte, infine come ottima base spumante; grazie all’intuizione di un produttore di Corno di Rosazzo che nel 1987 uscì con la prima ribolla gialla brut (ottenuta dopo anni di sperimentazione) utilizzando il metodo Charmat opportunamente rivisto.
Spumante dalla schiuma compatta e sottile, perlage finissimo con ottima propensione all’invecchiamento. A partire da quell’esperienza, negli ultimi anni diversi sono i vignaioli friulani che dalla Ribolla gialla ottengono vini spumanti. Da servire fresca per sottolineare il suo nerbo: 8-10° C.
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Il Pignolo

È il vero, grande rosso da invecchiamento autoctono della regione ed uno dei rossi più importanti italiani, capace di invecchiare ben oltre i vent’anni.
Colore rubino intenso con toni profondi. Naso personalissimo dalle diverse tonalità: vi si colgono sentori di piccoli frutti rossi molto maturi e poi marasca mescolati all’incenso, al legno di sacrestia, al sottobosco, al cioccolato fondente. Con l’invecchiamento si fa più speziato. Sapore tosto, tannini decisi e ben presenti ma bilanciati. Il suo affinamento deve essere fatto assolutamente in barrique ed anche per lungo tempo – ben oltre i 24 mesi – affinché si possa esprimere a livelli di prima grandezza. Il primo documento che lo ricorda risale al 1398. Va servito tra 16 e 18° C.